Il Convento de Balsamão, 50 km a sud di Bragança, è un eremo sospeso tra terra e cielo, angolo di pace dove riposare e ritrovare se stessi.
Se desiderate alloggiare in un luogo lontano dal turismo di massa e dalle grandi vie di comunicazione, dalla frenesia e dal rumore; un luogo dove il tempo pare aver rallentato la propria corsa e la natura parlarvi la lingua dello spirito, allora il Convento de Balsamão, nel nord est del Portogallo, è l’esperienza che fa per voi. Un’esperienza che ho avuto modo di vivere quasi per caso ma che ad oggi, col senno di poi, mi appare tutt’altro che frutto di una mera coincidenza. Aver scoperto questa nicchia di mondo perduto mi fa sentire fortunata, privilegiata e soprattutto desiderosa di condividerne il racconto con voi, viaggiatori instancabili e mai sazi di bellezza.
Per raggiungere il Convento de Balsamão bisogna essere innanzitutto pronti a lasciarsi alle spalle la routine e le abitudini quotidiane che spesso, nei viaggi, non ci accorgiamo di portarci appresso. Liberatevene. E siate pronti a farvi guidare dalla semplicità e dalle sensazioni più elementari, approccio che vi dovrà accompagnare già a partire dal momento in cui abbandonerete la strada principale e vi inoltrerete attraverso valli di ulivi e boschi infiniti. Dopo qualche chilometro, poi, la via inizierà a salire, tra curve e panorami mozzafiato, fino alla sommità del colle ove il convento sorge, fiero e solitario.
Una volta parcheggiata l’auto nel cortile, raggiungete la reception in cima alla gradinata, varcatene la soglia e suonate il campanello al bancone. Vi daranno il benvenuto nel modo più caloroso che potrete immaginare. Le persone che qui lavorano sono ben felici di guidare i propri ospiti alla scoperta di questo luogo così magico e ancestrale, illustrando con dovizia di particolari tutti gli spazi (al chiuso e all’aperto) a disposizione, i servizi di cui è possibile usufruire e – ovviamente – la camera da letto, un ambente semplice e accogliente, confortevole e silenzioso. Sì, silenzioso. Una qualità rara e preziosa che vi accompagnerà per tutta la durata del soggiorno.
Cosa scoprire all’interno del convento
Vi perderete. Ed è proprio in questo che si cela il segreto del Convento de Balsamão, con le sue mille stanze, mille prospettive, mille scorci dove fermarsi e contemplare, senza fretta, senza sosta. Un labirinto che continuamente nasconde e rivela, stimolando quell’istinto di esplorazione che dentro ognuno di noi giace. E poi un consiglio. Fatevi condurre dai profumi e dai suoni. Scoprirete che sono inesauribili.
A partire dal ristorante, da cui esalano aromi di invitanti pietanze cucinate per gli ospiti ogni giorno da mani sapienti e con la maggior parte degli ingredienti provenienti dal convento stesso: olio, aceto, vino, frutta, verdura, formaggi, uova e molto molto altro. Poi ci sono la sala lettura, con i suoi profumi di libri ovunque sparsi; e la sala comune, sempre costellata di conversazioni a bassa voce. L’interno del museo, invece, custodisce numerosi dipinti e pregevolezze storiche, quali antichi manoscritti, sontuosi abiti talari e curiosi oggetti di culto (come il famigerato cilicio).
Ma il vero e proprio fiore all’occhiello del Convento de Balsamão è il giardino dei limoni, un patio verde brillante e ricolmo di frutti attorno al quale si dislocano, su due piani, le stanze per gli ospiti e quelle dei religiosi che qui dimorano. Fitto, aromatico e silente, questo piccolo paradiso in terra è una delizia per gli occhi e per lo spirito, in grado di rilassare e indurre alla meditazione anche l’animo più impassibile. Non lo abbandonerete più. Soprattutto la sera e la mattina presto, quando diventa rifugio per gli uccelli che qui si intrattengono, con il loro canto soave, terapeutico e ammaliatore.
A essere sinceri, però, di fiori all’occhiello ce ne sono due. E il secondo è forse ancor più interessante e ammirevole del primo. Si tratta di un altro patio interno, ma più piccolo e raccolto, di quelli che si dischiudono all’improvviso, attorniato da colonne e con al centro una vera da pozzo in pietra e una fontana dalla quale zampilla l’acqua con la sua eterna armonia. La si potrebbe ascoltare per ore, rilassante e ipnotica, senza mai stancarsi del suo ininterrotto danzare.
Una sera, mentre sedevo nei suoi pressi, mi giunse alle narici un dolce profumo di incenso che si faceva più vivo a mano a mano che la notte avanzava nel suo lento cammino. Proveniva probabilmente da qualche celebrazione liturgica che si stava consumando nella chiesa accanto. Sembrava Natale. La notte era nera, le stelle ammiccavano oltre il pergolato, a volte cadendo (erano i primi di agosto) e l’aria piano piano si rinfrescava mentre parole bisbigliate si facevano strada nel silenzio della veglia. Improvvisamente mi resi conto che avrei voluto restare qui per sempre. Quel bisogno istintivo di non andarsene mai più.
E tutto intorno?
Tutto intorno, verde. Un serpeggiante giardino aromatico cinge il convento con le sue grandi piante e fiori profumati, alcuni dei quali provenienti da lontani Paesi oltre oceano. Vi sono poi panchine dove sedersi e una balconata dalla quale bearsi dell’immenso panorama che a volo d’angelo ben al di là dell’orizzonte si dispiega. Poco distante, invece, seguendo un piccolo sentiero tra le foglie, si giunge alla base di una torre. Vi lascio immaginare cosa si può rimirare dalla sua sommità. Ai piedi della collina, invece, proprio dove ha inizio la strada che sale verso il convento, si trovano gli orti, i frutteti, i campi e i ricoveri degli animali.
E nei progetti futuri? Si parla addirittura della realizzazione di una Spa, con annesso hotel. Grazie alle acque che sgorgano nei pressi – e che pare abbiano davvero qualità miracolose – gli ospiti potranno quindi intraprendere percorsi di benessere guidati e personalizzati, beneficiando delle proprietà terapeutiche di queste fonti per un miglioramento della propria salute.
Una curiosità…
Dal convento si irradia una fitta rete di sentieri escursionistici dedicati a coloro che amano camminare e andare alla scoperta del territorio circostante. Tra le peculiarità da visitare, il cosiddetto Poço dos Paus, uno dei luoghi più suggestivi e incedibili di tutta la zona.
Si tratta di un vero e proprio viaggio al centro della terra che farebbe – ne siamo sicuri – emozionare lo stesso Jules Verne. È ciò che resta di quelle rocce che, 420 milioni di anni fa, costituivano il fondo dell’antico oceano Reico, antenato dell’Atlantico prima che le allora terre emerse si muovessero a costituire l’attuale crosta terrestre. Le fasce di rocce di colore scuro rappresentano i canali attraverso i quali la lava è salita dalla Terra all’oceano. Fermatevi lungo il piccolo fiume che scorre alla loro base, respirate la quiete atavica di questo frammento di passato cristallizzato nella remota notte dei tempi. Vi pervaderà una magia dalla quale sarà assai difficile staccarsi…
La leggenda del principe moro
Non vi è luogo speciale che non porti con sé una storia altrettanto speciale. E il Convento de Balsamão non fa eccezione. C’è un motivo, infatti, per cui si chiama proprio in questo modo, con tale appellativo dal suono così dolce, carezzevole e indimenticabile. Ora ve lo racconto.
C’era o non c’era una volta – chi lo sa? – un principe moro (nel senso di moresco) che viveva in queste zone tiranneggiando la popolazione locale. Pare avesse imposto ai suoi sudditi uno strano veto: ogni qual volta una fanciulla si maritava, doveva trascorrere la sua prima notte di nozze con il principe stesso. Un salvacondotto che, ovviamente, ben poco garbava al neo marito della povera vittima.
Un bel giorno, però, gli abitanti del luogo decisero di ribellarsi e, armati di tutto punto, affrontarono il temibile esercito del sovrano. In un primo tempo, essi vennero clamorosamente sconfitti. Poi, chiesto l’aiuto della Vergine Maria, furono da Lei unti con un balsamo miracoloso, riuscendo così a spuntarla e a cacciare una volta per tutte dalle loro terre il barbaro principe. Un balsamo, sì. Balsamão. Il “balsamo nella mano”. Da qui, il nome del convento.