La Guascogna sonnecchia a ridosso dei Pirenei, tra colori forti e antichi borghi abbarbicati. La storia dei Moschettieri inizia proprio qui.
La Guascogna è tutta da scoprire e che merita di essere percorsa e ripercorsa fin nei minimi dettagli, visto che non è un luogo notoriamente turistico. Se siete alla ricerca dell’autentico, dell’inusuale e del goliardico, questa fetta di Francia a ridosso dei Pirenei è il luogo giusto per voi. Per voi che amate il verde dei campi, il vento tra le fronde, i ruscelli che sussurrano, i villaggi dimenticati dal tempo e le locande dove assaporare il gusto verace della tradizione. Soprattutto se si tratta di vino. Pare che i vigneti, da queste parti, siano piuttosto generosi. Io ho provato il Pinot nero ed è stato amore al primo assaggio.
Ma ora veniamo ai leggendari personaggi di Dumas, quei guasconi che proprio da qui sono partiti per raggiungere la capitale e servire Sua Maestà con grandi epopee di successi, gaffe e imprese rocambolesche al limite della sopravvivenza. L’itinerario qui suggerito tocca i paesi nei quali (pare) siano nati – oltre che dalla penna del loro creatore. Al di là dei luoghi natii, però, ciò che appaga particolarmente in questo tragitto, è il territorio attraversato per spostarsi da un villaggio all’altro. Dai dolci pendii collinari alle austere valli montane, ogni curva, ogni angolo, ogni apertura è una cartolina da immortalare per sempre.
I tre Moschettieri, paese per paese
D’Artagnan – Lupiac
D’ARTAGNANnacque a Lupiac e, precisamente, nella dimora di Castelmore, castellotto tanto decaduto quanto ancora orgoglioso. Sopravvive un vecchio albero di castagno nel giardino sul retro e, ovunque, domina una quiete profonda e remota. Il discendente del beffardo guascone si chiama Henry De Baz, è un vignaiolo e vive a Chateau de Salles, un maniero nei pressi di Nerac. Produce il famoso vino Buzet, proprio quello che amava bere lo stesso D’Artagnan nelle notti in cui non doveva dispensare servigi al Re o cedere alla compagnia di qualche affascinante donna di passaggio.
Laruns – Aramits
Laruns, invece, è il borgo in cui venne alla luce ARAMITS. Il castello è quello di Espalungue, oggi trasformato in ostello. Qui a Laruns, gli abitanti sono tanto guasconi quanto baschi: musi rigidi, passo pesante e poche parole. Il moschettiere passò a miglior vita nell’omonimo paese di Aramits, in un antico convento situato a qualche decina di chilometri ad ovest. Dell’antica struttura, oggi non ne resta che l’arco in pietra.
Lanne – Porthos
Infine, ecco Lanne. Nel suo castello, un po’ stucchevole ma perfettamente ricostruito, dimorò PORTHOS. Qui si può trascorrere la notte e banchettare. I prezzi, però, non sono adatti a tutte le tasche. Peccato che non sia possibile semplicemente visitarlo. Meglio ripiegare nel paese e fare quattro passi tra botteghe e locande dove le poche persone che si incontrano sono indolenti perdigiorno e oziosi di ogni fattura.
Athos – Athos
Il paese di ATHOS, porta il suo stesso nome. Dimesso e muto, si snoda lungo un’unica strada al termine della quale non si può far altro che ritornare indietro. La casa in cui visse il moschettiere è ormai ridotta a una misera porzione di muro e, se non fosse per un misero cartello che la indica, sarebbe piuttosto difficile riuscire a trovarla.
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