Bianco, immacolato, baciato dall’oceano. Eppure abbandonato. Tenesar è un angolo remoto di Lanzarote dove regnano rocce, polvere e silenzio.
Tenesar è un villaggio di pescatori appollaiato lungo la costa nord dell’isola di Lanzarote. Il suo profilo è incastonato tra le sterili rocce vulcaniche e l’impeto dell’oceano che scuote la costa con il suo lungo e malinconico mugghiare. Nero, bianco, blu. Ecco i colori che pennellano questa affascinante e remota fotografia. Ma tutto il resto è silenzio, a parte il costante infrangersi delle onde sugli scogli bruni e affilati. Il paese non è altro che un pugno di casette bianche sopravvissute alle eruzioni vulcaniche ma rimaste isolate per diversi anni. La strada che conduce fin qui, e che qui va a morire, è stata intransitabile per molto tempo e solo da poco resa accessibile. Percorrerla è come guidare verso la fine del mondo.
Chi (non) ci vive?
I pochi proprietari che hanno deciso di ristrutturare la propria casa in questa nicchia di Lanzarote giungono qui a Tenesar solo d’estate o nel fine settimana, per rilassarsi e pescare. Ma è quasi impossibile incontrarli. Eppure si vedono un paio di scarpe che indugiano all’ingresso di un’abitazione, una tendina che ondeggia alla finestra e qualche maglietta che è stata stesa in fondo alla via. Nel passeggiare per l’unica strada che attraversa il borgo, il Caserio Tenesor, si ha come la sensazione che qualcuno debba sbucare dietro l’angolo, da un momento all’altro. Ma non si sentono passi, nè voci al di là delle finestre, nessun cane che abbaia o gallo che canta.
C’è una signora che sta leggendo un libro appoggiata al muro bianco di una casa. È assorta nel vento e nelle parole. Suo marito sta camminando tra le rocce in cerca di molluschi per la cena, ma ha più di 80 anni e la donna non si fida a lasciarlo da solo. Lo sorveglia e lo chiama, quando lo vede allontanarsi oltre il paese. Vivono qui da sempre. Sono gli unici che non se ne sono andati o che non vi abitano solamente per una parte dell’anno. Quando hanno necessità, si recano a fare la spesa a Mancha Blanca, un villaggio a una decina di chilometri di distanza. E poi ritornano. A Tenesar, mi confessa la signora, hanno tutto ciò che serve: tranquillità e bellezza.
E i turisti?
Di quelli non ve ne è traccia. Tra tutte le mete turistiche che ci sono a Lanzarote, chi verrebbe mai, del resto, ad abbronzarsi e a fare il bagno in un luogo così remoto e privo di servizi? Tenesar è totalmente spoglia di tutte quelle infrastrutture messe in piedi appositamente per accomodare i viaggiatori di passaggio. Qui la natura è nuda e sincera. Ma chi approda consapevolmente a questi lidi e vi si ferma è indifferente al bello e al brutto. Cerca solo il vero. Accontentato.