Il deserto del Kuwait è strano. Le consuete dune che popolano l’immaginario di tutti noi non ci sono. E nemmeno quei colori caldi che ravvivano le descrizioni di chi in altri deserti ha viaggiato. Il piccolo Stato del Golfo offre, in realtà, un’esperienza del tutto differente. Più umana, più antropologicamente intrigante e naturalisticamente più sincera. Guidare lungo le ampie strade che solcano queste lande aride e sconfinate regala emozioni difficilmente paragonabili a ciò che di simile, forse, si è già vissuto. In due parole: il deserto del Kuwait è tendenzialmente piatto, monotono, colmo di distanze e di silenzi. Eppure ha fascino. E non poco. Se non vi perdete d’animo e avete l’accortezza di proseguire fino al confine con l’Arabia Saudita, allora non mancherete di fare una delle esperienze più emozionanti e alternative di tutto il Medio Oriente: la conoscenza dei locali, popolazione molto conviviale che, nei giorni festivi, si diletta in lunghi e luculliani pic-nic. Con la loro auto, si inoltrano nella calma piatta della sabbia, spengono il motore e accendono i fornelli. Le dotazioni sono composte, oltre al fornelletto a gas, di: stoviglie, tovaglie, sedie, sapone liquido, asciugamani e, ovviamente cibo. Molto cibo. Il pic-nic più tradizionale prevede una pentolata di riso fumante al pollo e salsa di pomodoro, il tutto innaffiato da yogurt liquido e accompagnato da tonnellate di pane arabo. Dimenticavo: le stoviglie non includono posate o piatti: si magia direttamente dal tegame – dove il tutto viene trasferito – e rigorosamente con le mani (dopo essersele lavate). Tutti insieme, senza divisioni di porzioni. Famigliari, amici e turisti di passaggio che loro invitano con una naturalezza a dir poco disarmante. Poi, una volta terminato il pasto, ci si lava di nuovo le mani e ci si rilassa raccontandosi storie vecchie come il tempo, senza fretta e con lo sguardo disperso nella lontananza. Eppure in quella lontananza non si è soli. C’è qualcuno che si muove, ci sono tende, accampamenti, cammelli che vagano senza apparente meta. Sono gli uomini che lavorano nei pozzi petroliferi e che i locali vi ammoniranno di non raggiungere. Gente poco raccomandabile, dicono. Meglio godersi la pace del nulla e lasciarli ai loro soldi facili. Domani è un altro giorno, inshallah.